Il coming out è uno dei momenti più importanti della vita delle persone LGBTQ+ è inevitabile fingere che non sia così. Tuttavia, la scelta di comunicare la propria identità sessuale o di genere agli altri spesso si accompagna a delle sfide. In questo articolo, esploreremo insieme le possibili emozioni e reazioni a questa condizione e vedremo come la psicoterapia può rivelarsi di supporto in questa fase così delicata.
Cos’è il coming out
Con questo termine si intende l’atto di annunciare la propria identità sessuale o di genere a familiari, amici o alla società nel suo insieme.
A differenza dell’outing, in cui la notizia viene divulgata senza il consenso della persona coinvolta, il coming out è una scelta personale, per cui andrebbe fatto solo quando la persona LGBTQ+ si sente pronta ad affrontarne le conseguenze (chiaramente anche i senso positivo).
Durante il questo processo è possibile si possano provare una serie di emozioni gradevoli e sgradevoli. Da una parte, condividere un aspetto così intimo con gli altri è liberatorio, in quanto permette alle persone LGBTQ+ di mostrarsi per come sono veramente. Dall’altra parte, spesso si vive questo momento con ansia e paura.
Il coming out e il timore del rifiuto
Molte persone tardano o addirittura evitano di fare coming out per timore del rifiuto da parte degli altri e delle conseguenze negative che esso può comportare.
Questa paura, particolarmente risentita in ambienti sociali in cui l’omosessualità e la transessualità sono stigmatizzate, può influenzare profondamente l’identità e l’autostima delle persone LGBTQ+, accendendo condizioni di depressione, ansia e/o isolamento.
In questo caso, è fondamentale circondarsi di relazioni fidate, frequentare organizzazioni LGBTQ+ come una parte della comunità, che forniscono risorse e spazi sicuri dove le persone possono sentirsi accettate e supportate, e rivolgersi a professionisti della salute mentale, che possono aiutare a gestire le emozioni associate con il coming out.
Possibili reazioni al coming out
Il coming out può suscitare una varietà di reazioni nelle persone, sia gradevoli che sgradevoli.
Nel migliore dei casi, familiari, amici o conoscenti possono offrire un supporto incondizionato alla persona LGBTQ+ per via dell’amore e dell’affetto genuini che provano nei suoi confronti, indipendentemente dalla sua identità sessuale o di genere.
D’altra parte, alcune persone potrebbero rimanere sorprese o addirittura confuse dal coming out. In questi casi, è meglio lasciare loro del tempo per elaborare le informazioni e comprendere appieno la notizia.
Purtroppo, alcuni potrebbero disapprovare l’identità della persona LGBTQ+ e non è per niente una possibilità remota. Questo tipo di reazione è la più dolorosa per chi fa coming out perché potrebbe provocare tensioni nelle relazioni e persino la perdita di amicizie o del sostegno familiare.
Differenze fra fare coming out in adolescenza ed età adulta
L’elaborazione del coming out avviene in maniera diversa, a seconda che si svolga durante l’adolescenza o in età adulta.
I ragazzi, essendo ancora in fase di sviluppo emotivo e sociale, possono essere particolarmente vulnerabili al giudizio degli altri, specialmente quello dei propri genitori. Questo può rendere il momento particolarmente difficile e stressante per loro.
D’altro canto, avendo raggiunto una maggiore indipendenza economica e maturità emotiva, gli adulti dovrebbero essere più in grado di affrontare le possibili reazioni negative degli altri.
L’importanza del supporto psicologico nel coming out
Il supporto psicologico offre numerosi benefici agli individui LGBTQ+ che affrontano questa condizione.
La terapia può chiarire i dubbi che una persona ha sulla propria identità sessuale e di genere e può aiutarla a individuare il momento migliore per rivelarla agli altri.
Lo psicologo può aiutare le persone a elaborare i sentimenti provati prima, durante e dopo il coming out: dalla felicità di aver trovato sé stessi alla paura del rifiuto.
Inoltre, la terapia può essere utile per elaborare le reazioni di familiari e amici a questa situazione e sviluppare strategie per affrontare il rifiuto o la discriminazione, qualora dovessero verificarsi.