Crisi di coppia: due solitudini sotto lo stesso tetto. All’inizio della relazione di coppia c’è quel momento in cui sentiamo che l’altro riesce a capirci al volo. Bastano gli sguardi per comprendere che l’altro non ci farà mai del male e saprà esser capace sempre di prendersi cura di noi. In questa fase iniziale della relazione di coppia ci sembra tutto così perfetto, perché è tutto filtrato da una speciale lente rosa che ci permette di svelarci nell’intimità, ma anche di poter introdurre reciprocamente le parti migliori di sé. Tuttavia, l’incanto dell’innamoramento dopo un po’ svanisce, entrambi i partner non potranno essere solo la loro parte migliore per sempre! Inizia un confronto più autentico nella coppia, iniziamo a conoscere tutti gli aspetti dell’altro, con i suoi pregi e con i suoi difetti, ed impariamo ad amarlo ed accettarlo nella sua interezza.
In principio, è il caos!
Se nella fase iniziale dell’innamoramento lo spazio del noi tende ad essere predominante e anche un po’ prepotente, necessario e di vitale importanza per permettere la costruzione del “noi di coppia”, con il passare del tempo e degli eventi normativi come ad esempio la nascita di un figlio, e soprattutto paranormativi come un lutto improvviso, quello spazio del noi resta vuoto. Quello spazio viene “invaso” dai problemi delle altre generazioni (figli e nonni), del lavoro, delle aspettative. Pian piano quel bel giardino in cui ci si poteva incontrare, progettare il futuro, condividere le proprie emozioni e i sentimenti, diventa una giungla. I partner difficilmente riescono ad incontrarsi, e se pure riuscissero a vedersi potrebbero correre il rischio di scambiarsi per estranei e partire all’attacco scoccando frecce da lontano.
Perché allora crisi di coppia: due solitudini sotto lo stesso tetto?
È così che aumenta il senso di solitudine. La lontananza emotiva da quello spazio condiviso non permette l’incontro, non permette una crescita insieme, ma comporta due crescite che non vogliono disturbarsi e che inevitabilmente prendono strade diverse. Maturano così, diverse consapevolezze senza la possibilità di condividerle, rinforzando l’idea del “tu sei diverso da come ti immaginavo”, ci si sente allontanati dalla differenza come degli individui sotto uno stesso tetto, piuttosto che come un noi che affrontiamo insieme la vita e le avversità.
In questo contesto la comunicazione diventa sempre più carente, relativa a questioni pratiche piuttosto che alla relazione e al come si sta nella relazione e negli altri ambiti della vita. Vi può essere una difficoltà ad assumersi la responsabilità dell’allontanamento oppure a sentirsi carnefici, convivere con sensi di colpa rispetto a quello che sentiamo essere un fallimento della relazione.
Esiste un modo per potersi rincontrare?
La vita è fatta di tanti incroci. Ad uno di questi incroci si può anche scegliere di rincontrare il partner, riscoprirsi, chiedersi cosa sta accadendo, cosa si può fare per migliorare la propria relazione di coppia. Ciò può succedere solo se si riesce ad abbassare un po’ l’orgoglio e l’aspettativa che l’altro faccia il primo passo: la convinzione dev’ essere non quella di salvare l’altro dalla crisi di coppia, o di migliorare la relazione, ma dal chiederci se meritiamo una relazione insoddisfacente e cosa posso fare io innanzitutto per avere la relazione che merito. Di seguito troverete qualche piccolo consiglio per avviare questo processo:
- Imparare a riconoscere le proprie emozioni rispetto alla relazione di coppia. Questo è il primo passo per capire davvero cosa sta accadendo, in primis in sé stessi. Non abbiate paura anche di riconoscere le emozioni di tristezza e rabbia che potrete incontrare, è il primo passo per entrare autenticamente in confronto con l’altro e sciogliere i nodi che hanno aggrovigliato la matassa.
- Entrate con coraggio nella giungla, guardate l’estraneo/partner ed entrate in connessione empatica con lui/lei. Cosa gli sta accadendo davvero? Riesco a superare i miei pregiudizi verso lui/lei, per comprenderlo a fondo?
- Offrirvi lo spazio per un confronto. Ritagliate del tempo per voi, per le attività che in passato vi univano, create la prateria nella giungla in cui poter stare insieme
In conclusione
La coppia ha in sé stessa le risorse per superare le crisi e i momenti di difficoltà. Tuttavia, ci sono situazioni che non permettono ai partner di osservarsi autenticamente e senza giudizio, offuscati dalla rabbia o dall’ influenza che gli eventi hanno avuto sulla propria percezione dell’altro. In questo caso, le risorse della coppia possono emergere più facilmente in un luogo sicuro, come lo spazio garantito dalla terapia di coppia, grazie al sostegno di un professionista che guida la coppia verso la riscoperta delle proprie risorse e del proprio confine.
J.F. Kennedy ci ricordava che in cinese la parola crisi può significare due cose: pericolo o opportunità. A voi la scelta!
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- Goodbye kiss – Kasabian
- Veleno – Subsonica
- Blunotte – Carmen Consoli
Dott.ssa Emilia Morelli
Psicologa Psicoterapeuta in formazione
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