Ma il Cielo è Sempre più Rock
Impronte di Dio nella musica degli adolescenti
Prefazione di Luigi Maria Epicoco.
In un percorso che tocca psicologia, fede e canzoni che hanno segnato la storia, ho immaginato la musica come un esercizio spirituale, per scendere in profondità laddove sembra inimmaginabile, per consentirci di immergerci all’interno di un nucleo intimo e prezioso che prende il nome di inconscio.
L’attitudine che ognuno di noi possiede all’ascolto della musica, l’interesse che ci muove ad ascoltare un artista piuttosto che un altro, la disponibilità ad ascoltare quella canzone e non quell’altra, può essere considerato, con ottime ragioni, come l’espressione manifesta di un proprio tratto di personalità.
« Noi abbiamo bisogno di alfabetizzare sia il nostro inconscio che la nostra coscienza per sentirci belli, randagi, fragili, selvaggi, accudenti, rognosi, teneri, ribelli, critici e protettivi ma tutto sommato ululanti e soprattutto vivi »
Scegliere di ascoltare musica in un luogo pubblico o da soli, in compagnia di alcuni amici per lungo tempo oppure per un lasso di tempo breve, scegliere un determinato genere musicale da approfondire, mette di solito in evidenza come la nostra mente, il nostro corpo e il nostro vissuto diventino insieme una specie di «cassa di risonanza» più o meno ricca di significati.